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ANNI LUCE

sono seduto in questa clessidra
senza pace
senza riflessi ne fessure
e guardo le mie gambe arrovellarsi
intrecciate e sublimi

al di fuori
c’è una realtà che condensa le persone
sono vive
respirano
s’intrecciano

si scontrano

e muoino per non sentirsi dire
che al di la di tutto
sono come ologrammi senza colpe ne virtù

testimoni casuali
padroni del nulla

e’ questo il dovuto a cui aspiriamo?
questa è la madre da cui tutti proveniamo?

eppure le gambe son tese
eppure cammino
e ascolto
e penso
penso a chi venera gli dei
senza mai averne visto uno
a chi aspira al meglio
senza aver mai patito pene

a chi rimpiange un amore per non averlo mai vissuto
e a chi
pensa all’amore per non pensare a lei
per tornare a casa la sera
e immergesi nei fuochi
delle passioni anemiche

Poesia esposta alla mostra "BIANCO INDIGESTO" 2015


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